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Fosfuro di zinco

Caratteristiche
Rodenticida ormai sostituito dai moderni rodenticidi anticoagulanti, anche se ancora ampiamente diffuso e utilizzato per gli avvelenamenti dolosi. Si presenta sotto forma di polvere granulosa di color grigio antracite, dal caratteristico odore pungente agliaceo, comunque gradito dai carnivori. Nell’ambiente si degrada rapidamente.

Modalità di azione
Il fosfuro di zinco, una volta ingerito, arriva nello stomaco dove il basso pH dell’ambiente gastrico determina una notevole liberazione di fosfina (PH3), un gas dall’odore pungente e sgradevole che viene assorbito direttamente dalla mucosa gastrica. Lo stato di replezione gastrica influenza l’esito dell’avvelenamento. Se la sostanza viene ingerita a stomaco vuoto, la fosfina induce un’irritazione gastrica tale da indurre un vomito protettivo, salvando spesso, l’animale dall’avvelenamento. In caso di assunzione di fosfuro di zinco a stomaco pieno l’effetto irritante dato dalla fosfina viene invece mitigato dalla presenza di cibo nello stomaco, ma quest’ultimo stimola al contempo il rilascio di succhi gastrici aumentando la trasformazione di fosfuro di zinco in fosfina. In questi casi, quindi, si ha un notevole assorbimento di fosfina sia a livello gastrico che enterico, con distribuzione di tale molecola in tutti i distretti dell’organismo. Il meccanismo d’azione non è completamente conosciuto: oltre all’azione irritante per le mucose, la fosfina induce aumento di permeabilità vasale, con conseguenti danni vascolari e emorragie diffuse, soprattutto polmonari, rallentamento della respirazione cellulare per inibizione competitiva del citocromo ossidasi, azione dapprima eccitativa e poi depressiva sul sistema nervoso centrale ed infine effetto steatogeno su rene e fegato.

Segni clinici
La sintomatologia è legata, inizialmente, all’effetto irritativo sull’apparato gastro-enterico, quindi vomito, diarrea e dolori colici. Successivamente si vengono ad instaurare difficoltà respiratorie, sia a causa della compressione diaframmatica da parte dello stomaco e dell’intestino dilatati dal gas, che per i fenomeni emorragici legati all’aumento della permeabilità vasale. All’inizio nell’animale si nota una fase di iperreattività, seguita da crisi convulsive, ipertermia, digrignamento dei denti, successivamente subentrano depressione e morte in 24-48 ore. Nel caso in cui l’animale abbia vomitato perché a stomaco vuoto, ma abbia assorbito comunque una dose di fosfina sufficiente ad ucciderlo, si osserva un prolungamento della durata della sintomatologia, con interessamento epatico e insufficienza renale.

Lesioni anatomo-patologiche
All’esame anatomo-patologico si osservano una gastro-enterite più o meno grave, emorragie polmonari, steatosi epatica e necrosi epatiche e renali. Infine è caratteristica, all’apertura dello stomaco, la presenza di granuli grigio-ardesia e forte odore agliaceo.

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