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Piretrine e piretroidi

Caratteristiche
Le piretrine e i piretroidi sono un gruppo di composti utilizzati come insetticidi e antiparassitari. Le piretrine sono composti di origine naturale estratti dai fiori di Chrysanthemum cinerariaefolium e sono molecole meno tossiche dei piretroidi. Queste molecole sono state utilizzate come efficaci insetticidi per molti anni e si caratterizzano per un’emivita estremamente breve essendo molecole fotosensibili, cioè velocemente inattivate dalla luce solare. I piretroidi sono, invece, prodotti di sintesi dotati di azione maggiore e maggiore persistenza rispetto alla molecola naturale. Vengono suddivisi in piretroidi di tipo 1 (caratterizzati dalla presenza di una molecola alcolica che attribuisce fotostabilità alla molecola, aumentandone la permanenza ambientale) e in piretroidi di tipo 2 (questi invece legano al gruppo alcolico un cianogruppo, che aumenta consistentemente la loro efficacia insetticida ma anche la loro tossicità). I piretroidi vengono spesso associati a composti sinergici come il piperonil butossido, il sesamox o il piperonil ciclone, che inibiscono gli enzimi citocromo P450-dipendente che disattivano il piretroide, oppure ad organoclorurati o carbamati, che ne potenziano la tossicità anche nei mammiferi.

Modalità di azione
L’intossicazione può avvenire per via orale, cutanea o respiratoria; la molecola si distribuisce poi attraverso il sangue a tutti gli organi e tessuti. I piretroidi vengono metabolizzati nell’organismo in diversa vari mdi (reazione ossidativa, coniugativa, ecc.) con la particolarità che i loro metaboliti sono tutti meno tossici della molecola di partenza. I piretroidi inducono un ritardo della chiusura dei canali del sodio cellulari e, a livello del sistema nervoso, provocano una persistente depolarizzazione delle membrane; questi effetti sono maggiori nel caso in cui l’intossicazione sia provocata dai piretroidi del secondo gruppo. Questi ultimi, inoltre, si legano ad un sito GABA (neurotrasmettitore inibitorio) a livello del sistema nervoso centrale, producendo così effetti sovrapponibili a quelli degli organoclorurati.

Segni clinici
I segni clinici di solito iniziano entro poche ore dall’assunzione. Nelle prime fasi della intossicazione gli animali mostrano ipersalivazione, vomito, diarrea, lievi tremori, ipereccitabilità o depressione. Questa sindrome può assomigliare alle intossicazioni da organofosforati o carbamati. Gli animali gravemente colpiti possono sviluppare inoltre ipertermia, ipotermia, difficoltà respiratoria, forti tremori, disorientamento e convulsioni. La morte sopraggiunge per insufficienza respiratoria.

Lesioni anatomo-patologiche
Le lesioni anatomo-patologiche sono aspecifiche, nella maggior parte dei casi si osservano iperemia generalizzata, a volte petecchie e soffusioni emorragiche a carico delle sierose, polmoni edematosi e congesti, congestione e edema intestinale.

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